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La Cattedrale di Santa Maria Assunta e il Pozzo di San Patrizio.

Cultura Enogastronomia Curiosità

Orvieto - Ognuno di noi, viaggiando verso Roma, è stato attratto dall'abitato sulla rocca tufacea e dal bagliore di luce riflessa sui mosaici della facciata del Duomo. Si decide di salire con la funicolare che, dal parcheggio di valle, è economica e frequente. Calamitati dalla magnificenza della Cattedrale ci rechiamo subito nella Piazza, dove su un lastricato artistico, si erge la facciata.

(segue sotto al video)



Costruita per mandato di Papa Niccolò IV, primo dell'ordine Francescano, dal 1290 per ospitare il Corporale del miracolo di Bolsena, dove durante la funzione religiosa un'ostia sanguinò, vi lavorarono per quattro secoli i miglior capomastri: Giovanni da Uguccione, che conferì una prima architettura gotica, Mantani che scolpì la facciata, Andrea e Nicola Pisano, che ne completarono la parte inferiore, Ippolito Scalza che ultimò tre delle quattro guglie apicali e Orcagna, che scolpì il Rosone policromo. Tutti i mosaici, eccetto il trecentesco della Natività di Maria che è ospitato nel Museo di Londra, sono stati rifatti in epoche successive. Esplorate le raffigurazioni esterne, narranti ognuna una storia sacra, procediamo a visitare l'interno. Questo, diviso in tre navate, con il soffitto ornato di capriate lignee, da pilastri con fasce di travertino e basalto, ci accoglie armonioso e elegante. Camminiamo lungo le fiancate interne per ammirare i dipinti del'500 delle Cappelle del Corporale e di San Brizio, dove lavorarono artisti senesi come Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e Luca Signorelli. Egli nell'affresco del Compianto, scrivono i diari del tempo, dipinse il volto del figlio, morto a causa della peste. Si raggiunge il Presbiterio affrescato, fino alle volte, con raffigurazioni dell'Annunciazione e Visitazione di Maria di Ugolino del Prete illuminate dalla splendida vetrata artistica trecentesca di Di Bonino. Prima di uscire non possiamo tralasciare lo strumento musicale 'per eccellenza': l'organo monumentale di fine '500 forgiato da Palmieri e Fulgenzi, in connubio con le decorazioni lignee della cassa e della cantoria di I. Scalzo. Suggestionati dalla visita di tanta magnificenza, passeggiamo per il quartiere medievale dove la Torre dell'orologio ottocentesca in laterizi chiari e caldi, scandisce ancora le ore ed è fulcro dei quattro rioni, Serancia, Olmo, Corsica e Stella. Al belvedere che si affaccia dalla cinta cittadina, due porte aprono la via alle scale che scoscese, sprofondano fino ai 52 m del Pozzo di San Patrizio. Leggenda narra che il Monaco irlandese vi scendesse a pregare e che ogni miscredente, giunto sul fondo vi ritrovasse la fede Cristiana. I documenti storici invece riconducono l'antro, scavato nel tufo, a Papa clemente VII che, fuggito dal sacco di Roma, fece costruire il nascondiglio, temendo altri assedi. Qui gli abitanti usavano approvvigionarsi di acqua, scendendo e risalendo tramite le due distinte rampe. Felici, pranziamo in una locanda con ottime pappardelle al sugo e i deliziosi formaggi locali, conditi con pistacchi o peperoncino, serviti fusi con il tartufo grattugiato.

Pubblicato il 1-11-2021

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a Orvieto (TR)
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