Il video di "Voglio vivere in Sardegna" presenta una visita a Porto Torres, iniziando dalla pista ciclabile e poi raccontando la storia dei tre santi patroni della città: San Gavino, San Proto e San Gianuario. Si passa poi al pranzo alla Rosa dei Venti, dove si assaggiano piatti tipici locali. Infine, si visita la Basilica di San Gavino, la più grande della Sardegna e unica in Italia per le absidi affrontate e l'ingresso sul lato meridionale, con le colonne fatte di antichi materiali romani riutilizzati e i sotterranei con le tombe dei martiri.
In questo video di "Voglio vivere in Sardegna" si parte alle 6:30 del mattino per scoprire Porto Torres. La città ha una grande storia da raccontare, ma prima di iniziare, si invita il pubblico a iscriversi al canale YouTube e attivare la campanella per non perdere le prossime avventure. La pista ciclabile è il primo luogo visitato, dove si può correre o passeggiare godendo del profumo del mare.
Si racconta la storia dei tre santi patroni di Porto Torres: San Gavino, San Proto e San Gianuario. Si torna ai tempi dell'editto di Diocleziano, quando i due uomini predicavano il Vangelo nella città. Il re barbaro li fece arrestare e cercò di convertirli al paganesimo. Quando un soldato di nome Gavino decise di liberarli, il re lo fece giustiziare. Successivamente, Proto e Gianuario furono giustiziati nella stessa scogliera dove era stato decapitato Gavino. La chiesa di San Gavino a Mare ospita le statue dei tre santi ogni anno il 3 maggio.
Dopo la visita alla chiesa, si passa al pranzo alla Rosa dei Venti, dove si assaggiano piatti tipici di Porto Torres, come il pesce spada ripieno di ananas e kiwi, il tonno affumicato con formaggio caprino e confettura di cipolla e il supplì di cozze e fregola. Si degustano anche i macarons es de busi con gambero rosso e asparagi. Il piatto principale è il maccarone dei punti con gamberi e asparagi dentro la forma del pecorino, accompagnato da formaggi locali.
La Basilica di San Gavino è la perla del romanico in Sardegna, unica in Italia per le absidi affrontate e l'ingresso sul lato meridionale. La chiesa è la più grande della Sardegna, con oltre 60 metri di lunghezza. Le colonne sono fatte di antichi materiali romani riutilizzati. Si possono ammirare anche i sotterranei della basilica, dove si trovano le tombe dei martiri. La basilica ha anche una maledizione, come dimostrano le iscrizioni funerarie collocate all'interno.